Tradizione Patrimonio o Feticcio?
- Occhiodelcuorenero

- 3 mag 2018
- Tempo di lettura: 2 min
#Tradizione patrimonio o feticcio? L'uomo moderno, occidentale e non, è preda di una visione del Mondo che nella sua aspirazione universalistica diviene relativizzante per tutto ciò che universalistico non è. Questa constatazione è semplice da effettuare per chiunque abbia un minimo di valori secolari anche di bassissimo livello come può essere la dieta della vigilia di Natale o il modo consueto di salutarsi quando ci si incontra. Questo effetto relativizzante incrina ogni certezza e con essa compromette l'efficienza decisionale di chiunque non accetti di condividere il punto di vista universalistico che al contrario fornisce sempre nuove certezze e modalità comportamentali precodificate. Se però si passa da una valutazione di efficienza ad una di efficacia le cose cambiano. I modelli universalistici essendo standardizzati sono estremamente sommari quanto a presa in carico delle specificità etnico culturali, ciò li rende particolarmente inefficaci per tutti coloro che non corrispondono perfettamente agli standard umani su cui essi sono basati. Un bel problema visto che livellano al ribasso le prestazioni di tutti coloro che non fanno parte dell'elite universalizzante. A questo punto chiunque, confrontandosi con un contesto moderno e modernizzante, voglia ottenere buoni risultati è costretto a fare una scelta fra azzerare le sue specificità per ottenere maggiori risultati ed entrare in quello che sembra un contesto virtuoso o rifiutare le regole di quel contesto ed agire nel solco della propria tradizione a rischio che la stessa non abbia massa sufficiente da raggiungere la massa critica necessaria per essere visibile a coloro che non condividono la tradizione su cui si basa, limitandone inevitabilmente il campo di azione e di espansione e quindi i profitti attesi. Il tradizionalista nel mondo moderno è sempre costretto in una nicchia sociale.
La cosa non è sempre stata così poiché in passato le varie linee tradizionali erano solite confrontarsi ed integrarsi in vista di un arricchimento culturale e geopolitico che portava sul podio di volta in volta l'una o l'altra tradizione.
L'universalismo internazionalista ha però distrutto l'esigenza del confronto grazie all'assunto che l'umanità non è polimorfa e policentrica ma monomorfa e dunque naturalmente destinata al monocentrismo, che, guarda un po', identifica un unico centro di cui i cosiddetti universalisti idealisti scientisti, massonici e non, sono i gestori. Al contrario il tradizionalismo valorizza le differenze perché a ciascun polo etnico culturale riconosce un originale chiave di interpretazione della realtà perfettamente efficacie ed efficente nel massimizzare le potenzialità di tale polo o popolo. La tradizione non è un feticcio perché non cristallizza e immobilizza le potenzialità di un popolo, come suggerisce la vulgata universalista, o comunque non lo fa finché è sana espressione del confronto fra un popolo ed il suo ambiente, basta vedere la vivacità culturale di popoli come quello indù o quello arabo per capire che non è vero che rimanere sul solco tradizionale rende necessariamente obsoleti. Al contrario l'universalismo impoverisce l'umanità privandola di un infinità di chiavi interpretative della realtà e della natura umana stessa. Il vero Feticcio dell'era moderna è l'Universalismo con la dichiarazione dei diritti Universali e la contrattualistica universalizzata e universalizzante che ne deriva.

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